Lisca Bianca: inclusione sociale e tradizione marinaresca

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il Lisca Bianca nel 2013

Nell’ultimo anno abbiamo osservato crescrere un po’ alla volta un meraviglioso progetto siciliano di inclusione sociale e lavorativa attraverso il restauro di una imbarcazione tradizionale in legno, il LiscaBianca.

Desideriamo segnalarlo e farlo conoscere: visti i trascorsi e le mille difficoltà che si incontrano ci aguriamo che anche a Venezia si possano finalmente realizzare esperienze simili applicate al partrimonio storico galleggiante locale ancora esistente.

http://www.liscabianca.com/

LiscaBianca il progetto sociale che va per mare

Il nostro obiettivo è favorire l’inclusione sociale e lavorativa di giovani svantaggiati, attraverso il restauro di una delle imbarcazioni simbolo della cultura mediterranea nel mondo, LiscaBianca. Il nostro impegno sarà fare in modo che questa imbarcazione storica torni a navigare ed essere veicolo della storia e delle tradizioni della nostra terra. Per fare questo abbiamo anche bisogno del tuo aiuto. Il Progetto LiscaBianca – navigare nell’inclusione è un progetto sociale, senza alcuno scopo di lucro.

Da anni ormai si pensa alla Vela non solo come attività di svago e di divertimento, ma anche per le valenze educative che possiede nel prevenire e contrastare le diverse forme di disagio e di devianza giovanile, oltre che da un punto di vista prettamente terapeutico. Navigare è infatti un modo per imparare a stare insieme, per riscoprire valori importanti e fondamentali come la collaborazione, l’aiuto reciproco, la solidarietà, il senso di responsabilità verso gli altri, l’amore per la natura.

Navigare nell’inclusione

Il progetto vuole rispondere, da un lato, al bisogno di offrire ai ragazzi significative esperienze di vita di gruppo in ambiente naturale (il mare) e, dall’altro, in una situazione particolare (la barca) all’interno di un contesto educativo fortemente tutelato. I beneficiari dell’intervento sono giovani in difficoltà e/o a rischio di devianza, accolti all’interno di comunità per minori, strutture di prima accoglienza, comunità per tossicodipendenti, centri aggregativi, disabili psichici e fisici. I Promotori da cui ha avuto origine il Progetto, infatti, sono l’Istituto Don Calabria e l’Associazione Apriti Cuore Onlus che da anni si occupano di gestione di luoghi, comunità e progetti in questo campo.

Queste due Associazioni nel 2013 hanno permesso di dare il via all’iniziativa “salvando” LiscaBianca da una demolizione ritenuta inevitabile. Immediatamente, YAM srl ha sposato a pieno l’iniziativa e a fine 2013 è stato formalizzato un protocollo d’intesa con l’Istituto Penale per i Minorenni di Palermo (ex Malaspina), i cui ragazzi sono coinvolti sia sul fronte del restauro delle parti smontabili della barca sia nei laboratori di vela a cui rispondono con entusiasmo e partecipazione. A Trabia, c/o la Comunità per Tossicodipendenti Sant’Onofrio gestita da Istituto Don Calabria, ha sede il cantiere dove gli utenti lavorano alle parti “strutturali” della barca (scafo, coperta, alberi).

Il mare è un contesto alternativo che può rappresentare una rottura con il quotidiano, una dimensione molto diversa da quella abituale della strada e della città, una nuova occasione per sperimentarsi. La barca è un piccolo mondo dove per stare in armonia c’è bisogno della partecipazione di tutti. Per navigare insieme bisogna diventare equipaggio e quindi condividere delle regole e rispettarle. La ‘barca’, con le sue nozioni tecniche da acquisire, le necessarie scelte operative, frutto di una ulteriore mediazione tra noi, il vento e le onde, impone il rispetto delle regole, impone ruoli in un primo momento sconosciuti, modula codici secchi ed inizialmente misteriosi: c’è un Altro con cui cooperare, un Altro da scoprire. Ciò permette la costituzione di un nuovo gruppo di riferimento alternativo a quello all’interno del quale il soggetto “disagiato” è inserito e del quale riconosce regole e abitudini anche senza averne, spesso, la consapevolezza. La barca diventa così una piccola comunità dove ognuno ha le sue responsabilità, in cui ognuno ha regole da osservare e compiti da eseguire, dove si condivide un obiettivo comune e ciascuno porta il suo bagaglio culturale ed esperenziale. La collaborazione e la riattivazione degli scambi interpersonali per la realizzazione di un obiettivo comune sono infatti il presupposto per crescere bene insieme e vincere sfide sempre più complesse. Il mare, la barca, l’equipaggio, l’avventura, su questi elementi si sviluppa il progetto che si pone i seguenti obiettivi:

  • Sostenere il processo di crescita dei giovani in difficoltà ed in situazioni problematiche per prevenire e ridurre il disagio socio culturale;
  • Insegnare a condividere e a rispettare le regole (ruoli e responsabilità);
  • Promuovere stili di vita sani e positivi;
  • Educare i ragazzi al lavoro di gruppo (diventare equipaggio);
  • Sostenere e aiutare il processo di crescita dei minori in difficoltà, valorizzando le loro potenzialità e risorse;
  • Favorire l’acquisizione di conoscenze, competenze ed interessi nuovi ed inaspettati;
  • Sostenere la capacità di socializzazione e di collaborazione;
  • Favorire l’integrazione, l’inclusione e la riabilitazione;
  • Attivare percorsi di educazione ambientale, di conoscenza dell’ambiente marino e di nuove forme di rapporto uomo – natura;
  • Il progetto prevede alcune aree di sviluppo che si diversificano per programma ed attività, a seconda delle caratteristiche degli equipaggi (target) e delle specifiche finalità educative e/o terapeutiche individuate.

INSERIMENTO LAVORATIVO

La barca a vela, nelle nostre intenzioni, può travalicare il suo attuale statuto di attività sportiva o passatempo estivo, recuperando le sue origini mercantili, principalmente destinate alla creazione di rotte mercantili e vie commerciali, e definendo abilità professionali spendibili in ambiti produttivi che vanno oltre la cantieristica navale. Le attività di insegnamento e formazione insistono dunque su:

  • recupero del sapere del Mastro d’Ascia attraverso l’uso di tecnologie innovative che agevolano l’acquisizione e la trasmissione dei saperi tradizionali, riducono i tempi di realizzazione nel restauro e prototipazione di un’imbarcazione tradizionale, creano competenze spendibili in tutti i settori che riguardano la lavorazione del legno;
  • realizzazione di viaggi mirati presso luoghi specifici in cui presentare, in maniera appetibile e attraente, i prodotti tipici locali, affiancandovi manifestazioni artistiche e culturali da fruirsi per gli spettatori direttamente in barca o nello spazio antistante il porto con la presenza di testimonial privilegiati;
  • trasmissione di competenze sula tecnica costruttiva di imbarcazioni:  da quelle tradizionali in legno a quelle di ultima generazione in resina infusa sottovuoto e sandwich di materiali high-tech;
  • trasmissione di competenze sulla riparazione ed il rifacimento sia interno che dello scafo, degli impianti, delle attrezzature e della strumentazione di navigazione, nelle costruzioni in legno, vetroresina, acciaio e materiali compositi;
  • trasmissione di competenze nel settore allargato della nautica: manutenzioni sia dello scafo che dei motori, varo e alaggio, aiuto nelle operazioni di ormeggio, rimessaggio e guardiania;
  • trasmissione delle competenze relative alla navigazione d’altura a vela, dal progetto di una rotta alla lettura delle pilot chart, uso del sestante e dei software elettronici di navigazione, uso del radar, ecoscandaglio e strumentazione di bordo, regolazione delle vele e conduzione dell’imbarcazione;
  • definizione di pacchetti formativi legati alla costruzione d’impresa, alla creazione di realtà produttive, all’apprendimento di tecniche di pubblicizzazione e promozione delle proprie attività.

Per i ragazzi del “Malaspina” il Progetto LiscaBianca rappresenta la prima esperienza di lavoro per un “committente esterno” e permette loro di confrontarsi con tempi e modalità di realizzazione e valutazione del risultato ancora più vicini alla richiesta professionale che troveranno “al di fuori” una volta terminato il loro percorso. Tale approccio ha forti valenze educative e formative, in quanto apre all’esterno e permette ai ragazzi di rapportarsi con un Progetto fatto di obiettivi e prospettive di medio-lungo periodo raggiungibili attraverso l’impegno quotidiano e l’apprendimento costante.

VELATERAPIA

La velaterapia si pone come obiettivo quello di prevenire e curare il disagio psico-fisico attraverso l’attività a vela come supporto a terapie di tipo riabilitativo; l’obiettivo, inoltre, è quello di rispondere alla necessità del soggetto disabile e della sua famiglia, di creare opportunità di socializzazione e relazionalità. Gli aspetti terapeutici più evidenti, riguardano: a) il cambiamento di setting, cioè un nuovo ambiente con nuovi stimoli sensoriali, il vento, il silenzio; b) il costante riequilibro del corpo; un’esperienza fortemente emotiva e personale che trascende le parole; c) la dinamica di gruppo: le scelte, i rifiuti, gli stili diversi, la cooperazione; non si tratta di generica socializzazione ma di qualcosa che si affianca alla psicoterapia senza la coazione della seduta clinica; d) la riabilitazione: la conoscenza del proprio corpo e del proprio equilibrio; la possibilità di compiere movimenti differenti, l’autonomia ed il senso di autoefficacia.

SPORT E TEMPO LIBERO

La vela come attività ludico-ricreativa: l’attenzione sarà rivolta all’acquisizione di tecniche della navigazione a vela (terminologia nautica, manovre di base, i fenomeni meteo marini, etc.) attraverso la pratica di un’attività che sviluppa la capacità di attenzione, di concentrazione e di coordinamento, in cui condividere il rispetto e il valore delle regole, valorizzando il gruppo ed il singolo. Tale attività potrebbe risultare, tra l’altro, propedeutica all’acquisizione della patente nautica, offrendo anche un’occasione di spendibilità delle proprie conoscenze e competenze apprese in un settore lavorativo, come quello nautico, in forte espansione

CROCIERE DIDATTICHE

La promozione di crociere didattiche: tra gli obiettivi delle crociere didattiche vi è quello di acquisire, attraverso il piacere della navigazione, competenze nautiche e marinaresche; provare nuove forme di divertimento, diverse da quelle comuni e da inventare insieme; apprezzare la scoperta di nuove persone, luoghi ed attività; condividere con le figure educative il piacere e le emozioni di un’esperienza “extra-ordinaria”, vivendola da protagonisti e favorendone la rielaborazione attraverso il racconto e la documentazione; apprendere nuove forme di rapporto tra uomo e ambiente attraverso l’educazione ambientale e la conoscenza del mare. I ragazzi, affiancati dall’equipaggio, seguiranno tutti i compiti previsti in una crociera: manovre, pulizie, preparazione dei pasti; parteciperanno a momenti di confronto sul significato di stili di vita positivi e terranno un diario di bordo nel quale riporteranno anche le loro impressioni ed emozioni.

REGATE SPORTIVE

La partecipazione ed organizzazione di regate: l’esperienza vissuta dal singolo e dal gruppo nella competizione velica, riuscendo a gestire la complessità dei compiti a bordo e la relazione con gli altri membri dell’equipaggio, è un tesoro inestimabile per la presa di coscienza della positività dei rapporti interpersonali, per la presa di contatto con la realtà ed il miglioramento della qualità della vita. L’attività agonistica mette, inoltre, in risalto l’importanza della costanza dell’impegno personale e della fiducia nei confronti del gruppo, per poter migliorare e raggiungere nuovi traguardi.

INTERGENERAZIONALITA’

Il progetto punterà anche sullo sviluppo di pratiche “intergenerazionali” nella consapevolezza dell’attuale distanza eccessiva e deleteria tra giovani e adulti (soprattutto più anziani). Nella società odierna si assiste, a volte, impotenti, a vere e proprie forme di segregazione per età, con adolescenti e anziani incapaci di aprire qualsivoglia canale di comunicazione con la conseguenza di un aumento di stereotipi reciproci e di una relazione in cui si è muti e sordi all’Altro, “trincerati” nei luoghi comuni che rischiano di diventare profezie che si autoavverano. Le attività che si proporranno, sia quelle specificatamente legate all’apprendimento delle tecniche velistiche che quelle più connesse alla condivisione e trasmissione di competenze nel lavoro di restauro di LiscaBianca, saranno pensate in modo da esaltare ed enfatizzare gli aspetti di cooperazione, interazione e scambio di saperi tra giovani e adulti. In definitiva sarà il “fare insieme” a ridurre le distanze e sarà, peraltro, il contesto in cui conoscersi reciprocamente, in linea con le forme di trasmissione culturale che gli uomini hanno sviluppato per migliaia di anni. Anche la cultura del mare, del viaggio mercantile, del lavoro artigiano si è sempre basata e consolidata su questa costruzione di una memoria che si trasferisce di generazione in generazione, che valorizza armoniosamente l’entusiasmo e la forza dei giovani nonché l’esperienza e la sapienza dei più anziani. In barca e in bottega gli adulti diventano figure centrali di “mentori”, con i loro racconti e la loro cultura “in pratica”; nel Progetto LiscaBianca tutto ciò sarà valorizzato sia nelle attività quotidiane che in appositi laboratori narrativi. Ad uscirne rinforzato sarà da un lato il senso di autostima e di autonomia degli adolescenti e dall’altro la sensazione di essere ancora utili e “vivi” per i più anziani. Infine l’equipaggio sarà una vera comunità.

SCAMBI E GEMELLAGGI

Un ruolo di rilievo viene dato al concepire la vita in barca a vela come una vera e propria esercitazione alla vita reale e, a questo proposito, soprattutto ai nostri giorni è importante la dimensione dello scambio con persone di altre nazioni, altre lingue, altri continenti. Le partnership sviluppate permettono di attivare un fecondo gemellaggio sia con altre analoghe esperienze nel bacino del Mediterraneo in Italia, Francia, Marocco e Tunisia sia con progettualità in corso in diversi Paesi in via di Sviluppo dimostrando come differenze di etnia, genere, condizione fisica, lingua siano elementi di scambio e confronto e non di distanza e divisione. I nostri utenti sbarcheranno presso luoghi distanti ma al contempo uniti dalla cultura legata al mare a al Mediterraneo che, come un unico respiro, fa pulsare una comunità dalle radici antiche e condivise. Tutto il lavoro svolto durante la progettazione troverà il suo naturale traguardo, l’approdo significativo, presso i porti delle esperienze associative e imprenditoriali con cui saremo gemellati; in quelle occasioni si apriranno nuove potenzialità di scambio futuro e risulterà tangibile e concreto ai ragazzi quanto hanno appreso nel percorso, quanto possano essere pienamente soddisfacenti e appaganti tutti gli sforzi, le fatiche, la asperità che ogni apprendimento nuovo comporta. I giovani coinvolti nel Progetto LiscaBianca conosceranno luoghi, costumi, coetanei, tradizioni straniere con le quali si confronteranno riaprendo quella cultura dell’ospitalità, dell’accoglienza che ha sempre caratterizzato la nostra storia, riducendo i pregiudizi sulle persone provenienti da altre culture e ritrovando nella comune cultura marinara le tracce e le radici di una condivisa umanità. Saranno, poi, quegli stessi porti e città ad essere la meta dove verranno promossi e commercializzati i prodotti tipici locali prescelti.

NARRAZIONE

Spesso si afferma che esistono solo le avventure che si possono raccontare; di certo sappiamo che senza racconto, senza parola e affabulazione, le nostre esperienze si rinchiudono in uno sterile isolamento individuale. Peraltro, quella del raccontare è davvero una delle facoltà umane maggiormente in pericolo ai nostri giorni, quasi come una vecchia barca rottamata e da restaurare. Per questo i giovani utenti saranno accompagnati, durante tutto il processo di apprendimento, a produrre racconti in laboratori narrativi costruiti ad hoc. Saranno anche coinvolti genitori e, soprattutto, pescatori e artigiani legati al mare, che potranno ricostruire una sorta di “epopea” plurisecolare e tramandata attraverso l’oralità fino a qualche decennio fa. Si approfondiranno racconti biografici, lavori individuali e collettivi, raccolta diretta di storie presso i parenti e i rappresentanti della comunità, fotografie o altre documentazioni utili a mantenere vivo questo tesoro impareggiabile. L’approccio narrativo che sarà utilizzato, consentirà di acquisire o scoprire modalità, strumenti, abilità, sensibilità utili a ciascuno anche in funzione di prevenzione del disagio o di modalità per la risoluzione di conflitti interpersonali e inter-gruppi che sempre si possono verificare nel processo evolutivo individuale e progettuale. In barca a vela, infatti, si attua una convivenza a stretto contatto e pertanto diventa centrale l’“arte” della quotidiana scelta faticosa di comprendersi, di decentrarsi, di relativizzare senza perdere il proprio punto di vista personale. Narrandosi, i giovani della “ciurma” possono riconoscersi vicini e disinnescare i germi della violenza, dell’incomprensione e del reciproco sospetto.

RICERCA-AZIONE

Il metodo principale che fa da cornice alle varie metodologie e strumenti è quello della ricerca-azione che, sempre più, diventa lo strumento elettivo in quanto coniuga le esigenze di conoscenza con quelle di intervento. Trattandosi di un’esperienza pilota, avremo bisogno di uno strumento di osservazione e monitoraggio che sia flessibile e capace di verificare costantemente quanto accade, le nuove acquisizioni o difficoltà dei partecipanti. Dovendo “navigare a vista” ci si affiderà a una procedura che permetterà tra l’altro di rendere ogni azione o attività un ulteriore tassello nella costruzione di eventuali e continue “correzioni di rotta”. La ricerca-azione prevede che “lo scopo ultimo della ricerca è la trasformazione radicale della realtà sociale e la modificazione dei comportamenti di chi vi fa parte […] le procedure di ricerca tendono a stimolare una maggiore consapevolezza nei partecipanti rispetto alle loro stesse risorse e quindi a mobilizzarle […], è realizzata da tutti i membri della comunità che partecipano ad essa, seguiti da esterni che hanno il ruolo di consulenti” (E. Nigris). Ciò significa, in ultima analisi, che tutti coloro che sono coinvolti nel progetto diventano essi stessi, ecologicamente, parte integrante del processo di valutazione e trasformazione nell’ottica di creare un modello di lavoro replicabile ovvero una “best practice”.

COMUNICAZIONE-DIVULGAZIONE

Oltre alle attività di cantieristica che saranno implementate sia per offrire opportunità professionali e di impiego ai giovani coinvolti e formatisi nel corso del Progetto LiscaBianca, un ulteriore elemento di innovatività è legato alla visibilità che ne potrebbe derivare. Infatti, le vele e lo scafo costituiscono spazio utile a ospitare logo e brand sociale dell’Ente patrocinante, visibili durante tutte le attività veliche a cui l’imbarcazione parteciperà (regate, crociere didattiche, vela terapia, scuola velica, organizzazione di eventi culturali in barca a vela, etc). Inoltre, per la pubblicizzazione del progetto sarà messa in atto una campagna di comunicazione anche attraverso le riviste e i siti internet di nautica nazionali e internazionali e le maggiori testate giornalistiche.

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