Le nostre barche

Credo che sia tutto cominciato da qui. Tuttavia, quella barchetta che si vede in piedi nel fondo ora non c'e' piu'. Ne abbiamo fatti diversi esemplari, per amici e parenti, ma non ce ne siamo tenuti una per noi.
Anche quelle tre strane semisfere sono delle barche! Ognuna puo' portare due persone e si voga con l'ombrello.

La "caicia", come l'abbiamo soprannominata, deve aver avuto una lunga storia: abbiamo gia' conosciuto 5 proprietari, di cui molti se la ricordano con grande nostalgia. Sembra sia nata a Genova una sessantina di anni fa. Porta le tracce di diverse vite di cui l'ultima s'e' consumata l'anno scorso. Coinvolta in un grave incidente, e' ora inutilizzabile e siamo in attesa di un restauro.
Jessica e' nata dalla sfida lanciata dal nostro socio Jim: occupare meno spazio possibile a terra. Anzi, inizialmente il progetto prevedeva che fosse divisibile in ben tre parti ma poi e' stata lasciata intera. A dispetto delle dimensioni, ha portato anche tre persone. E' fatta con un unico pannello di betulla, i fianchi sono ricavati da due semplici strisce rettangolari che, forzate leggermente in fuori, le danno una gradevole insellatura.
Anche il nostro gozzetto deve avere una cinquantina di anni; viene da Varazze, vicino a Genova. Vorremmo equipaggiarlo con una piccola vela latina, ma per ora lo usiamo solo a remi.
Alcune foto sono in questa pagina.
Questa e' una delle tre sanpierote che abbiamo costruito dopo l'esperienza accanto al compianto maestro d'ascia Piero Menetto. Questa barca ora si chiama moretta ed e' del Circolo Velico Casanova di punta S.Giuliano che la porta con determinazione alle regate di vela al trerzo. Anche della prima e della seconda sanpierota, sue sorelle, abbiamo fotografato le varie fasi di costruzione.
Altra barca vecchiotta, di eta' indeterminata ma probabilmente superiore ai quarant'anni. E' un sandolo buranelo, simile a quelli usati oggi dai sandolisti per trasporto passeggeri. E' pero' piu' piccolo e con la prua piu' slanciata. Nonostante sia stato fatto un pozzetto per il motore, si voga comunque molto bene visto che il pozzetto rimane praticamente tutto fuori dall'acqua senza interferire. E' anche dotato di una piccola vela ma bisogna usare un remo come timone.
Ogni anno gli cambiamo qualche pezzo secondo il proverbio che finche' c'e' bosco la barca si puo' riparare.
Ecco una carrellata delle ultime riparazioni.
L'ultimo acquisto e' questo topo del '76 che pare sia l'ultima barca costruita dal maestro d'ascia Schiavon a Portosecco, sull'isola di Pellestrina. Nell'autunno del 2009 abbiamo provveduto a fare i primi lavori di restauro che potete vedere qui.
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