Cos'è il caicio




Il caicio è una barca sviluppatasi nell'alto adriatico non molto tempo fa,
scrive Mario Marzari:

"...Caici, passere e guzzi: nomi quasi dimenticati ma che la Coppa d' Autunno, con l' istituzione di una categoria loro riservata, contribuisce non poco a conservare. Queste tipologie di natanti si sono sviluppate nelle nostre acque nel XIX secolo e la tradizione vuole che derivino dalle antiche barche di servizio usate sui velieri del nord Europa.
Venivano importate come scialuppe sulle navi dai nostri capitani, specialmente i lussignani, che facevano rotta in acque inglesi ed americane per i traffici mercantili e che, avendo potuto verificare la loro versatilità e la stabilità, anche in condizioni difficili, le impiegarono a bordo delle proprie imbarcazioni e le portarono al seguito in Adriatico. Così anche i locali maestri d' ascia cominciarono a costruirle su richiesta degli interessati, adattandole alle esigenze locali.

Il «caicio», o caicchio, era anticamente un piccolo battello a remi derivato dalla barcaccia ed usato nel golfo triestino per lo sbarco e l' imbarco delle persone. In sostanza il caicio costituiva la barca di servizio dei velieri, lentamente poi trasformatasi in barca da "passeggio". La poppa a specchio, leggermente inclinata verso l' esterno, era più svasata rispetto a quella della «passera», una barca simile, spesso più piccola, ma più larga e leggera, con poppa larga a specchio a forma di cuore. Tipica dell' isola di Lussino, la passera poi si diffuse lungo la costa orientale adriatica dove era impiegata soprattutto per la pesca ed il diporto. Un pò più snello della passera il caicio risultava molto manovriero, in grado di procedere bene nelle andature di bolina e garantiva una buona tenuta del mare. I gozzi, localmente «guzzi», erano invece caratterizzati da prua e poppa stellate, quasi uguali, e sembra siano arrivati nel nostro golfo grazie ad un maestro d' ascia livornese. Anticamente erano impiegati per il servizio passeggeri e per la pesca costiera nel golfo triestino ed anche in Istria e Dalmazia. Molto particolari risultavano quelli usati ad Abbazia e Laurana per le gite turistiche.

Da queste barche da lavoro sono poi derivate anche quelle da diporto, più eleganti e filanti nelle forme, in grado di sfruttare la vela ed anche di costruzione più leggera. Oltre ai remi, come tutte le barche tradizionali dell' epoca, erano attrezzate con una vela al terzo o, più raramente, con una semplice vela aurica, a scotta libera, o a tarchia, più facili da manovrare. Successivamente si impiegò una vela al terzo più adatta per il diporto velico: inferita superiormente ad un' antenna quasi verticale e parallela all' albero, mentre inferiormente vi era un vero e proprio boma. Si trattava quindi di un' attrezzatura velica di passaggio, prima di giungere all' impiego dell' attuale vela Marconi."

A Venezia il caicio ebbe uno sviluppo un po' a sé e vale la pena spenderci su qualche parola:


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